Gavin Rain, nato a Città del Capo il 23 marzo 1971. Ha studiato Arte e Neuropsicologia presso l’Università di Città del Capo negli anni ’80 e ’90. Rain ha dipinto tutta la sua vita, ma ha iniziato con il puntinismo intorno al 2003/2004. È influenzato da Seurat, l’arte di avanguardia russa del 1900 e molti architetti. In precedenza, nella sua vita, progettava di studiare architettura, per cercare di combinare i suoi due interessi: arte e matematica. Nel 2011, Rain ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, nel Padiglione della Repubblica del Costa Rica con un ritratto originale della vincitrice del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Nel 2013, ha presentato nel padiglione della Repubblica del Bangladesh un’opera intitolata “Lena”. L’obiettivo di Rain è ampliare gli orizzonti visivi e cognitivi delle persone mostrando loro il fantastico e l’impossibile. Combinando le sue origini, i suoi studi, le sue attitudini e il suo talento personale, Rain ha inventato un’arte che è al tempo stesso unica e partecipativa. Tutti coloro che guardano uno dei suoi dipinti possono percepire la convergenza di due opposti stili pittorici: l’astrattezza della moltitudine di cerchi concentrici colorati che si addensano in punti densi e imperfetti in rilievo, e l’aspetto figurativo dell’immagine che è definito dalla somma di questi stessi punti come lo spettatore fa qualche passo indietro. È proprio in questo backing-off che si trova il messaggio previsto dall’artista: per acquisire consapevolezza di qualcosa che è nascosto ma proprio di fronte ai tuoi occhi, o nascosto in bella vista, devi allontanarti muovendoti all’indietro. La sua arte è un chiaro invito a “distaccarsi”, a creare una certa distanza nella vita, perché, come sostiene la psicologia della Gestalt, il tutto è maggiore della somma delle parti. Dobbiamo vedere il quadro generale, il tutto, senza preoccuparci di eventi isolati o punti di vista individuali. Da vicino, i dipinti di Gavin Rain sono costituiti da piccoli punti concentrici dipinti in diversi colori di pittura acrilica. Da lontano l’occhio mette insieme questi colori in uno solo. Più lo spettatore fa un passo indietro, più diventa chiaro il ritratto. Inizia i suoi dipinti facendo uno schizzo del ritratto che vuole dipingere. Per decidere il posto dei punti sulla tela, utilizza una griglia, fatta di stringhe o una proiezione. La griglia impiega circa dieci ore per essere realizzata, ma è più accurata dell’uso della proiezione, quindi Rain utilizza ancora entrambe le tecniche. Inizia decidendo il colore finale che vuole un punto e inizia a lavorare all’indietro. Rain ha una lista di 14.000 diversi punti che ha realizzato. Su di questa lista, sceglie la combinazione che crea il colore che desidera. Un’altra parte importante della tecnica sta nel cambio di dimensione dei punti. La tela bianca che Rain utilizza come sfondo indica che più piccolo è il punto, più lo sfondo è bianco. Quindi più grandi sono i punti, più diventa scura un’area e più piccoli sono i punti, più diventa leggera l’area. Questo, combinato con il colore finale distante di ogni punto, è come viene creata l’immagine. Tuttavia, i colori dei punti separati si fonderanno insieme in un nuovo colore. Quindi, non è solo ogni punto, ma anche una combinazione di punti che rende il colore.