Pillino è nato nel 1948 a Camogli. Grazie ai continui viaggi e alla fatale coincidenza delle frasi “le scritte sui muri invitano a pensare” e “il muro bianco reprime il pensiero critico” presenti sui muri della Statale di Milano, inizia la sua personale ricerca stilistica.
Ha esposto in numerose personali sia in Italia (Milano, Roma, Genova, Torino, Alessandria) che all’estero (Principato di Monaco, Bruxelles, Tunningen, Cannes, Parigi, Nizza, Shanghai, Hong Kong, Canton, Providence).
Le opere di Pillino sono enigmatiche. In un primo momento lo spettatore passa oltre, quasi come se la coscienza non avesse realizzato quelle presenze. Poi lo sguardo è irresistibilmente e nuovamente attratto dal magnetismo delle composizioni, ottenute dalle semplici fenditure dello spazio. Si tratta di un allontanamento della tradizione figurativa dell’Accademia per configurare un insieme di superfici bidimensionali. Con un metodo che richiama i tagli di Fontana.
L’Artista di Genova esplora le profondità di un abisso interiore. La nuova fase della ricerca di Pillino lo spinge a esplorare le forme di solitudine che portano alla chiusura o all’aperta ribellione. Lo spettatore osserva composizioni materiche che raccontano un disagio segreto: è quella sensazione incongrua che si prova quando ci si trova in piedi al centro di un Loft minimale inondato di luce e la mente immagina il buio claustrofobico e umido di una cella d’isolamento.
La galleria Zanini Arte dedica una personale a Pillino nel 2014 dal titolo “Unlimited Bound”.