ABVA
Andrea Bellei, in arte ABVA, nasce a Scandiano (RE). Si avvicina al mondo dell’arte a circa 14 anni scoprendo la cultura della Street Art, ispirato dalla scena statunitense. Decide di sperimentare supporti diversi, con media utilizzati nel mondo della Street Art tipo spray.
Nel 2012/2013 si trasferisce in Honduras per frequentare un anno scolastico. Si avvicina perciò al mondo latino con le varie influenze che possono derivare dal mondo Maya, cultura ancora molto presente in centro America. Nel 2016 ha la possibilità di organizzare una sua mostra personale in uno spazio privato a Sassuolo. Inizia a collaborare con una galleria italiana e una galleria di Miami (The Art Plug). Successivamente ha iniziato a collaborare con la storica galleria Zanini Arte, con l’obiettivo di stabilire delle solide basi anche nel panorama dell’arte contemporanea italiana.
Con i suoi temi astratti tenta di ricreare dei paesaggi surreali, basati su forme geometriche e forti colori, spesso saturi. Dalla street art alla galleria d’arte, dallo spazio pubblico a quello privato. ABVA passa dai graffiti sulle facciate di case, di fabbriche abbandonate ad opere su tela. I graffiti del passato esaltavano, nell’impiego di bombolette spray, il senso della scrittura (frasi, parole, lettere dell’alfabeto), come motivo di protesta, con richiami al rispetto dell’ambiente, alla pace.
Ora le strategie operative e conoscitive si aprono, come indicano i murales all’interno della galleria, ad un nomadismo pittorico che abbraccia elementi figurativi, astratto-geometrici e informali che riconducono all’esistenza dell’uomo, all’esperienza delle cose, con un forte e spaziante scavo nella realtà a differenti livelli, restituendo senso e spessore a motivi interiori, ma anche a temi sociali.
E quella pittura murale, che l’artista chiama “Self-portrait”, accoglie, da una parte, motivi legati all’azione dell’uomo che ha spezzato i legami con la natura, mentre li tesse ancora con il cemento, con l’artificialità delle cose e, dall’altra, verifica in una serrata struttura geometrica il dispiegarsi di possibili percorsi individuali e collettivi. Una estrema concentrazione di essenzialità di una rete compositiva analitica, minuziosa in cui l’artista pare radicare le sue esplorazioni di conoscenza interiore. Una rete, di rigore architettonico, che ritorna, anche con altri soggetti.
Nella grande opera il giovane sviluppa, con un fare anche artigianale, un linguaggio che integra il passato e il presente: nella “tecnica”, con l’utilizzo delle bombolette spray, come mezzo peculiare del writing tradizionale, ma anche della pittura ad acrilico stesa con un normale pennello sulla tela e sulla parete e nel “racconto”, con scritte decifrabili e temi di singolare forma di reinvenzione che riconducono ad una estrema ed esplodente concentrazione di pensieri e di immaginazione che una figura umana s’impone in uno stato inquieto di raccoglimento e riflessione; al tempo e al valore dell’esperienza del vissuto; al significato della cultura, nella confluenza dei divesri saperi, su cui si possono costruire i propri sogni.
Nel 2019 espone una personale dal titolo “Not everything you see is real” presso la galleria Zanini Arte, realizzando una performance live durante il vernissage.